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L'invenzione del readymade, un "oggetto d'uso comune promosso alla dignità di oggetto d'arte dalla semplice scelta dell'artista", e dunque svincolato dall'abilità della mano e dalle preoccupazioni di gusto, è il lascito più problematico e vitale di Marcel Duchamp alla cultura del nostro tempo. Forse nessun artista moderno ha compreso in modo tanto acuto a che punto le trasformazioni innescate dal predominio della tecnica e dalla società di massa rendessero necessario ricreare l'opera d'arte su basi radicalmente nuove, trasformandola, come ha scritto André Breton, nel "trofeo di una favolosa partita di caccia in terre vergini, ai confini dell'erotismo, della speculazione filosofica, dello spirito di competizione sportivo, degli ultimi risultati della scienza, del lirismo e dello humour". Questo volume, curato dallo storico e critico d'arte Stefano Chiodi, raccoglie gli scritti e le interviste più significativi di Duchamp e i testi critici indispensabili alla comprensione di un percorso creativo multiforme e inesauribile che ha affascinato generazioni di interpreti e continua a esercitare un influsso decisivo sugli artisti e il pubblico contemporanei.